Giornata Mondiale Lotta contro l’Aids
Il primo di dicembre è la giornata Mondiale della Lotta contro l’Aids che vedrà impegnati l’Istituto superiore di sanità (Iss) e il COA (Centro Operativo AIDS), realtà con cui Avis a livello nazionale collabora sul tema della prevenzione e dell’educazione sanitaria.
Si informa che il primo dicembre il telefono Verde Aids e Infezioni Sessualmente Trasmesse sarà attivo, fornendo un’informazione scientificamente corretta, aggiornata e personalizzata, della 10 alle 18 a livello nazionale attraverso il numero 800.861.061, a livello internazionale attraverso il contatto Skype uniticontrolaids. Si tratta di un Servizio, anonimo e gratuito, co-finanziato dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero della Salute, si avvale anche della presenza di un consulente in materia legale.
Ecco di seguito i dati diffusi in questa occasione dall’Istituto superiore di sanità (Iss) e dal COA (Centro Operativo Aids),
HIV/AIDS, diminuisce lievemente il numero di nuovi casi, aumentano l’età media alla diagnosi e i casi di infezione tra uomini che fanno sesso con altri uomini
Nel 2015, sono giunte al Centro Operativo AIDS (COA) dell’ISS 3.444 segnalazioni di nuove diagnosi di infezione da HIV (che potrebbero aumentare a causa del ritardo di notifica), pari a un’incidenza di 5,7 nuovi casi di infezione ogni 100.000 residenti. Un’incidenza che colloca l’Italia al 13° posto tra i paesi UE.
Lazio, Lombardia, Liguria ed Emilia-Romagna risultano le regioni con l’incidenza più alta, mentre i maschi che fanno sesso con altri maschi (MSM) tra le principali modalità di trasmissione. Sono questi, in sintesi, i dati principali pubblicati in un fascicolo del Notiziario dell’Istituto Superiore di Sanità dedicato all’aggiornamento al 31 dicembre 2015 dei flussi di sorveglianza inviati dalle regioni e dai centri segnalatori al COA.
Si assiste ad un lieve decremento rispetto ai tre anni precedenti sia del numero delle nuove diagnosi di infezione da HIV che dell’incidenza (casi/popolazione), ad un aumento dell’età mediana alla diagnosi (39 anni per i maschi e 36 anni per le femmine, con un’incidenza maggiore nella fascia 25-29 anni: 15,4 nuovi casi ogni 100.000 residenti), a un cambiamento delle modalità di trasmissione dall’inizio dell’epidemia ad oggi: diminuisce la proporzione di consumatori di sostanze per via iniettiva, ma aumenta quella dei casi attribuibili a trasmissione sessuale, in particolare tra MSM.
Rimane costante e alta la quota delle persone con una nuova diagnosi di infezione da HIV in fase clinica avanzata (bassi CD4 o presenza di sintomi), mentre aumenta la proporzione delle persone con nuova diagnosi di AIDS che scopre di essere HIV positiva nei pochi mesi precedenti la diagnosi. Oltre il 50% dei casi di AIDS segnalati è costituito, infatti, da persone che non sapevano di essere HIV-positive.
I nuovi casi di HIV
Nel 2015, la maggioranza delle nuove diagnosi di infezione da HIV era attribuibile a rapporti sessuali non protetti, che costituivano l’85,5% di tutte le segnalazioni (eterosessuali 44,9%; MSM 40,6%).
Il 28,8% delle persone diagnosticate come HIV positive era di nazionalità straniera. L’incidenza è stata di 4,3 nuovi casi ogni 100.000 italiani residenti e di 18,9 nuovi casi ogni 100.000 stranieri residenti. Le incidenze più elevate tra stranieri sono state osservate in Abruzzo, Molise, Puglia, Sicilia e Sardegna. Sempre tra gli stranieri, la quota maggiore di casi era costituita da eterosessuali femmine (36,9%), mentre tra gli italiani da MSM (48,1%).
La proporzione di femmine è aumentata all’inizio degli anni 2000: il rapporto M/F che era 3,5 (653 M/187 F) nel 1985, per l’aumento proporzionale delle femmine è diminuito fino a 2 nel 2001 (945 M/481 F). Successivamente, un incremento del numero di casi in maschi ha portato il rapporto M/F ad aumentare fino a 3,4 nel 2015 (2.664 M/780 F). La proporzione di femmine tra le nuove diagnosi è diminuita negli ultimi 15 anni, passando da 33,7% nel 2001 a 22,6% nel 2015.
Il 36,6% delle persone con una nuova diagnosi di HIV è stato diagnosticato con un numero di linfociti CD4 inferiore a 200 cell/μL e il 54,5% con un numero inferiore a 350 cell/μL.
Il 32,4% delle persone con una nuova diagnosi di infezione da HIV aveva eseguito il test HIV per la presenza di sintomi HIV-correlati, il 27,6% in seguito a un comportamento a rischio non specificato e il 13,2% nel corso di accertamenti per un’altra patologia.
I casi di AIDS
I casi di AIDS conclamato nel 2015 sono stati 789, pari a un’incidenza di 1,4 nuovi casi per 100.000 residenti. Dall’inizio dell’epidemia (1982) a oggi sono stati segnalati oltre 68.000 casi di AIDS, di cui più di 43.000 deceduti.