Parlare di sanità: la sfida della comunicazione scientifica
Quando si parla di sanità il lessico è quanto mai importante e le parole scelte sono fondamentali per una corretta informazione, ma soprattutto di corretta informazione abbiamo sempre più bisogno: questo il punto di partenza e anche di arrivo del seminario che si è svolto presso l’aula magna del Collegio Cattaneo a Varese, grazie alla collaborazione tra Avis Provinciale Varese, l’Ateneo dell’Insubria e il quotidiano la Prealpina.
Ad assistere all’incontro, moderato da Rosi Brandi (caporedattore La Prealpina), c’erano gli studenti di comunicazione, ma anche giornalisti e comunicatori che si occupano di sanità. È bastato il caso di studio esposto dalle professoresse Alessandra Vicentini e Kim Grego, per entrare nel vivo del problema. Come può nascere una cattiva informazione a partire da una comunicazione non corretta e non mediata? Non sempre, infatti, la comunicazione scorretta nasce dalle cosiddette fake news, ovvero da false notizie, ma può nascere da una eccessiva semplificazione del messaggio o ancora dall’utilizzo di terminologie approssimate e semplificatorie. “Nel 2015 – spiegano le docenti – apparve, dapprima su di un tabloid inglese, la notizia che la carne e gli insaccati sono cancerogeni. Per circa tre settimane questo dibattito continuò a si diffuse su tantissime testate in tutto il mondo creando allarmismo”. Ci volle un intervento istituzionale dell’Oms (organizzazione mondiale della sanità) per rimettere in ordine le informazioni rispetto alla differenza lessicale tra termini come rischio e pericolo.
Proprio della importanza della voce istituzionale ha parlato il professor Antonio Mistretta dell’Istituto Superiore di Sanità. Dalle sue parole è emersa la difficoltà a coniugare figure con una preparazione scientifica e con capacità in ambito comunicativo. Uno sforzo questo che l’ISS sta mettendo dentro il portale Issalute (www.issalute.it) dove la vera sfida è quella di riuscire a raggiungere le persone con un linguaggio semplice e diretto, senza perdere però in autorevolezza e completezza delle informazioni. “Parlare di salute senza ambiguità – ha detto Mistretta – significa proprio compiere questo sforzo”.
A lui ha fatto eco nel suo intervento Vincenzo Saturni che, da ex presidente di Avis nazionale, ha potuto raccontare miti e paure legati a donazioni e trasfusioni, citando anche falsi appelli e mala-gestioni mediatiche delle emergenze, in occasione di gravi incidenti o terremoti. “Una comunicazione meramente emotiva – ha detto – rischia di creare più danni che benefici. Spesso non si conosce la nostra realtà e il suo modo di operare e si diffonde un messaggio scorretto e superficiale”.
Nelle sue conclusioni il professor Gianmarco Gaspari ha indicato la possibile via di proseguire in questo solco, potendo arricchire l’offerta formativa con interventi che mettano ancora sotto i riflettori la comunicazione scientifica e la sua importanza.