#PuntidiVista: una questione di numeri e di cuore
In fondo per lui, che tra i numeri ha passato la sua vita lavorativa, anche il volontariato è una questione di far quadrare i conti, ma con una marcia in più: quella di chi ci mette il cuore. Camillo Tettamanti, a maggio, ha ricevuto il premio Sole d’Oro dal Centro di Servizi per il Volontariato della provincia di Varese come riconoscimento del suo lungo impegno in Avis. Chi ha fatto il suo nome lo ha descritto esattamente così: “carattere scontroso, cuore d’oro e grande disponibilità”.
Camillo, 77 anni ex bancario con anni di sindacato alle spalle, è entrato in Avis nel 1995. Come ricorda quel momento della sua vita? «Era arrivato il tempo della pensione, avevo subito un intervento delicato e perso un carissimo amico. Un mio ex collega mi suggerì di provare a impegnarmi in Avis». Così comincia mettendo a disposizione le sue competenze come contabile, per un mondo che non aveva mai incrociato prima e in un’epoca in cui molte cose erano diverse da ora. «C’erano le emoteche – racconta – e io cominciai a dare una mano all’Avis Comunale di Varese, per passare poi al Provinciale e infine all’Avis Sovracomunale Medio Varesotto fin dalla sua nascita. L’impegno per seguire la contabilità non era molto e così presto cominciai anche ad occuparmi del coordinamento delle chiamate ai donatori».
Oggi il suo posto è alla segreteria dell’Avis Sovracomunale Medio Varesotto dove trascorre sette ore al giorno ed è presente anche il sabato e la domenica. Nelle sue mani la mattina ci sono gli elenchi dei donatori, quelli attivi e quelli sospesi, ma anche quelli inattivi: con ulteriori specifiche e sotto categorie si arriva ad 8 elenchi da gestire. Di fronte a lui il pc è acceso e passano le schermate di Emonet, il software per la gestione dell’anagrafica e di tutte le informazioni. Un programma che per Camillo non ha più segreti. «Da qui – racconta – facciamo partire le telefonate in base alle necessità e alle scorte: ogni mattina garantiamo 5 donazioni di plasma e 39 donazioni intere sabato e domenica compresi». Il sistema prevede un continuo monitoraggio di dati, statistiche e l’incrocio di diverse informazioni. «Non so come mi sia capitato di innamorarmi di quello che sto facendo – dice – però per me è una questione di rispondere a un’esigenza, quella di contribuire a garantire le cure necessarie ai pazienti».
Ci sono giovani volontari che si avvicinano ad Avis? «Purtroppo non ce ne sono molti – dice Camillo – anche se ci sarebbe molto bisogno di nuove forze per dare una mano e per portare un modo nuovo di fare le cose in associazione».
Chi è Camillo Tettamanti
Coordina la chiamata a donare dei donatori, gestisce il personale e fa da intermediario con le AVIS associate e con l’ospedale, cercando di risolvere tutte le problematiche che insorgono. Il suo carattere scontroso nasconde un cuore d’oro ed una grande disponibilità.